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CASTEL DI SANGRO – Una lunga serie di scontrini annullati e denaro mai versato in cassa: così, secondo la magistratura, un’ex dipendente di un esercizio commerciale di Castel di Sangro avrebbe sottratto più di 7 mila euro in meno di un anno.
La protagonista della vicenda, P.M., è stata condannata dalla Corte d’Appello dell’Aquila a tre mesi di reclusione per appropriazione indebita, sentenza che conferma quella già emessa nel maggio 2023 dal Tribunale di Sulmona.
Le verifiche contabili e le immagini registrate dalle telecamere di videosorveglianza hanno svelato un sistema di manomissione degli scontrini che, tra settembre 2017 e agosto 2018, avrebbe portato alla sparizione di 7.139 euro, suddivisi in nove episodi distinti.
La denuncia era partita dal titolare del negozio, rappresentato dall’avvocato Gaetana Di Ianni del foro di Sulmona. La difesa dell’imputata, che annuncia ricorso in Cassazione, sostiene invece che le somme mancanti non siano a lei attribuibili, poiché nel periodo contestato si sarebbe più volte assentata dal lavoro.
La decisione della Corte d’Appello chiude, almeno per ora, una vicenda che ha scosso la tranquillità della comunità sangrina e riacceso i riflettori sulla fiducia tra datore di lavoro e dipendenti.