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SULMONA. Tre denunce, due richieste di fogli di via e un daspo urbano: è questo il bilancio dell’attività investigativa condotta dai carabinieri della stazione di Pratola Peligna in seguito alla maxi rissa avvenuta il 5 ottobre scorso in via dei Sangro, nel cuore della movida cittadina.
L’episodio, che aveva visto coinvolti diversi giovani, è stato uno dei motivi che hanno spinto il questore Fabrizio Mancini a disporre la chiusura temporanea del pub situato nelle vicinanze, per il venir meno delle condizioni di ordine e sicurezza pubblica.
Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Sulmona e dal comandante della compagnia, maggiore Toni Di Giosia, hanno permesso di ricostruire i fatti e di individuare tre dei presunti protagonisti, tutti di età compresa tra i 21 e i 25 anni: un ragazzo di Sulmona e due residenti a Torre de’ Passeri.
I tre dovranno rispondere di rissa aggravata in concorso. Per il giovane sulmonese – già noto alle forze dell’ordine e coinvolto in episodi simili in passato – è stato richiesto il daspo urbano, con il divieto di accesso ai locali pubblici. Per gli altri due, i carabinieri hanno chiesto al questore l’emissione del foglio di via.
Alla base della violenta lite, secondo quanto emerso, ci sarebbero futili motivi: una risposta sgarbata rivolta a una delle ragazze presenti, che stava tentando di riportare la calma, avrebbe fatto degenerare la situazione.
La rissa, scoppiata tra via Roma e via dei Sangro, si è poi allargata coinvolgendo altre persone, anche se non tutte avrebbero partecipato attivamente ai tafferugli. Le indagini non sono ancora concluse: i militari stanno valutando ulteriori responsabilità e possibili concorsi di reato.
Il pub della movida, chiuso dopo i fatti di ottobre, riaprirà sabato prossimo, ma nel vicolo della notte sono già previsti controlli rafforzati con carabinieri e addetti alla sicurezza.
Negli ultimi due anni, tra via dei Sangro, via Roma e vico dei Sardi, si sono registrate oltre dieci risse, quattro delle quali con l’uso di armi e feriti con prognosi superiori ai trenta giorni. Tra i casi più gravi, quello del 25enne colpito con una cinghia lo scorso 24 maggio e successivamente operato nel reparto di chirurgia maxillo-facciale dell’ospedale San Salvatore dell’Aquila.
La movida sulmonese resta dunque sotto stretta osservazione da parte delle forze dell’ordine e del comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, presieduto dal prefetto Giancarlo Di Vincenzo. Solo nell’ultimo mese, sono stati chiusi tre locali – un bar, un pub e una kebabberia – e per dieci giovani è già scattata la richiesta di daspo urbano.