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Davanti a 2.250 spettatori, di cui 370 provenienti da Giulianova, L’Aquila conquista tre punti pesantissimi nel derby abruzzese dell’ottava giornata del girone F di Serie D. A decidere il match è la rete di Banegas al 28’ del primo tempo, sufficiente per regalare la vittoria ai rossoblù contro un Giulianova volenteroso ma poco incisivo.

Primo tempo vivace, Banegas la sblocca

Avvio di gara senza troppi sussulti, con la prima occasione che arriva al 9’: Sparacello prova la conclusione dalla distanza, ma il tiro è alto. Pochi minuti dopo, lo stesso attaccante siciliano tenta uno schema con Buchel, ma la difesa ospite si salva.
Il Giulianova si fa vedere con Scimia al 13’, ma Michielin è attento. Al 17’ proteste aquilane per un possibile fallo di mano di Pertosa su tiro di Di Renzo, ma l’arbitro Zito di Rossano lascia correre.
Il vantaggio arriva al 28’: calcio d’angolo battuto da Buchel, Banegas colpisce al volo in area e batte Vandelli. È il quarto gol stagionale per l’attaccante argentino, sempre più decisivo.
Subito dopo, problemi fisici per Tavcar costringono il vice allenatore Coraggio (in panchina al posto dello squalificato Pochesci) a inserire Luka Tomas. L’Aquila sfiora il raddoppio al 30’ con Di Renzo in contropiede, ma Vandelli chiude lo specchio.
Nel finale di tempo, Giulianova pericoloso con Carbonelli, ma Michielin compie un intervento decisivo. Al 45’ è ancora Vandelli a salvare i giallorossi sulla linea sul colpo di testa di Sparacello.

Ripresa senza emozioni

Il secondo tempo si apre con un Giulianova più propositivo, ma incapace di creare vere occasioni da gol. Anche L’Aquila, forte del vantaggio, gestisce senza affondare.
Solo al 38’ Spalek tenta la conclusione, ma Michielin blocca sicuro. Nei minuti di recupero, Corigliano ci prova per i rossoblù, ma il suo tiro è facilmente neutralizzato da Vandelli.

Vittoria di carattere

Finisce 1-0 per L’Aquila, che consolida la propria posizione in classifica e dimostra solidità e cinismo nei momenti chiave. Il Giulianova, invece, torna a casa a mani vuote ma con la consapevolezza di aver tenuto testa ai rivali per lunghi tratti del match.


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