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Un dipinto settecentesco trafugato nel 2004 dalla chiesa della Madonna della Potenza a Sulmona è finalmente tornato al suo posto. L’opera, raffigurante Sant’Agnese con l’agnello e la palma del martirio, era finita nel circuito antiquario ed è stata individuata a Parma durante la nota rassegna “Mercante in Fiera”.
A rendere possibile il recupero è stato l’intervento dei Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Napoli. Decisiva la tecnologia: grazie a “Swoapp”, un innovativo sistema di intelligenza artificiale per la comparazione delle immagini, il dipinto è stato riconosciuto nonostante fosse stato alterato dopo il furto. Per mascherarne l’identità, infatti, i ladri avevano eliminato l’agnello, sostituendolo con una pergamena.
L’occhio attento degli investigatori, supportato dagli storici dell’arte della Soprintendenza dell’Aquila, ha però notato particolari inconfondibili – come macchie e giochi d’ombra sulla tela – che hanno confermato l’autenticità del quadro e le manomissioni subite.
Oggi il dipinto è tornato visibile ai fedeli nella sua sede originaria, in attesa di un restauro che potrà restituirgli l’aspetto autentico. L’intera operazione è stata coordinata dalla Procura di Napoli, chiudendo così un capitolo aperto vent’anni fa e ridando a Sulmona un pezzo importante della sua memoria sacra e artistica.
A rendere possibile il recupero è stato l’intervento dei Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Napoli. Decisiva la tecnologia: grazie a “Swoapp”, un innovativo sistema di intelligenza artificiale per la comparazione delle immagini, il dipinto è stato riconosciuto nonostante fosse stato alterato dopo il furto. Per mascherarne l’identità, infatti, i ladri avevano eliminato l’agnello, sostituendolo con una pergamena.
L’occhio attento degli investigatori, supportato dagli storici dell’arte della Soprintendenza dell’Aquila, ha però notato particolari inconfondibili – come macchie e giochi d’ombra sulla tela – che hanno confermato l’autenticità del quadro e le manomissioni subite.
Oggi il dipinto è tornato visibile ai fedeli nella sua sede originaria, in attesa di un restauro che potrà restituirgli l’aspetto autentico. L’intera operazione è stata coordinata dalla Procura di Napoli, chiudendo così un capitolo aperto vent’anni fa e ridando a Sulmona un pezzo importante della sua memoria sacra e artistica.